Cecilia Maran - Derive contemporanee
Richard Long, celebre esponente della Land Art, diceva “la mia arte si fa camminando” ed è camminando che prendono avvio le opere di Cecilia Maran: mappe ottenute dall’auto localizzazione dello smartphone che registra e disegna i suoi spostamenti. Sono mappe astratte, emotive, perché non mostrano il percorso per raggiungere una meta ma custodiscono memorie, ricordi, sensazioni, profumi che quei percorsi hanno suscitato.
Sono forti le risonanze con le flânerie di Charles Baudelaire o con le derive di Guy Debord, di quelle pratiche cioè che facevano dei passi compiuti un gesto poetico, artistico, rivoluzionario, senza un orizzonte di riferimento ma con l’obiettivo di perdersi in un percorso privo di un obiettivo prefissato.
La tecnica riverbera una tradizione atemporale che non viene scalfita dalle nuove tecnologie: i segni astratti dei percorsi a piedi, registrati da un dispositivo tecnologico si trasformano in un’onirica mappa
realizzata in acquaforte.
Le mappe di Cecilia Maran compiono un’interessante rielaborazione di illustri precedenti e un’originale sintesi tra tradizione e contemporaneità; ci invitano a scoprire i suoi percorsi emotivi e ad andare alla deriva insieme a lei.
Testo di Greta Boldorini
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>Espone 11 opere presso Dr. Luigi Sergolini












